Carta dei Diritti delle Generazioni Future

«Si par mon œuvre j’ai pu permettre à nos enfants et à ceux qui ne sont pas encore nés de vivre dans la symphonie du monde, j’aurai rempli ma mission» (Jacques-Yves Cousteau)

scarica qui il PDF completo “JACQUES YVES COUSTEAU E LA PATOLOGIA AMBIENTALE” a cura Simona Di Giosia e Luca Di Martino

Nel 1978, il grande esploratore francese Jacques Cousteau e la sua èquipe in collaborazione con l’UNESCO propose per la prima volta la Carta dei diritti delle generazioni future: un documento assolutamente innovativo, che per la prima volta si preoccupava di tutelare gli interessi delle persone che dovevano ancora nascere.

Nel 1991 essa è stata approvata; e ratificata dall’UNESCO e ha raccolto, attualmente, adesioni in più di 100 Paesi.

Il documento, stabiliva questi cinque punti:

  1. Le generazioni future hanno diritto ad una Terra indenne e incontaminata, e a goderne quale luogo della storia dell’umanità, della cultura e dei legami sociali che assicurano l’appartenenza alla grande famiglia umana di ogni generazione e di ogni individuo.
  2. Ogni generazione, nel condividere in parte l’eredità della Terra, ha il dovere di amministrarla per le generazioni future, di impedire danni irreversibili alla vita sulla Terra nonché alla libertà ed alla dignità umana.
  3. È pertanto responsabilità essenziale di ogni generazione, allo scopo di proteggere i diritti delle generazioni future, attuare una sorveglianza costante ed attenta sulle conseguenze del processo tecnico che potrebbe nuocere alla vita sulla Terra, agli equilibri naturali e all’evoluzione dell’umanità.
  4. Tutte le misure adeguate, ivi compresa l’educazione, la ricerca e la legislazione, saranno prese per garantire tali diritti ed accertare che essi non vengano sacrificati ad imperativi di vantaggi o convenienze immediate.
  5. I governi, le organizzazioni non governative e le singole persone sono chiamate a mettere in opera detti principi, dando prova in immaginazione come se fossero presenti quelle generazioni future i cui diritti vogliamo fondare e difendere.

L’opera e il pensiero di Cousteau hanno non solo precorso i tempi ma condizionato il modo di concepire e realizzare lo sviluppo al punto tale che, nel 1992 durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro viene sancito che

«Il diritto allo sviluppo deve essere realizzato in modo da soddisfare in maniera equa i bisogni relativi allo sviluppo e all’ambiente delle generazioni presenti e future»

e, successivamente, che

«Le risorse e le terre forestali devono essere gestite in maniera ecologicamente sostenibile al fine di rispondere ai bisogni sociali, economici, ecologici, culturali e spirituali delle generazioni attuali e future».

Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e dei beni liberi per le generazioni future, un’economia che si appoggia, almeno in parte, alla cosiddetta economia verde. Tante sono le organizzazioni pubbliche e private che adottano i bilanci sociali o report di sostenibilità e misurano gli impatti sociali generati dalle proprie attività economiche per essere in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibili delle Nazioni Unite. 

L’economia non è orientata solo al profitto, ma al benessere e a migliorare la qualità della vita, infatti alcune organizzazioni internazionali sono arrivate ad adottare il cosiddetto “bilancio integrato” che unisce la rendicontazione delle attività finanziare con quella delle attività sociali. Il concetto di sostenibilità è parte centrale e fondamentale dello sviluppo sociale, economico e ambientale di tutte le Nazioni.

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