L’opera prima di Tsunesaburō  Makiguchi: La Geografia della Vita Umana

“Ognuno è meridionale di qualcuno” [Luciano De Crescenzo]

La Geografia offre finestre su mondi lontani, macchine del tempo per conoscere la storia e le tradizioni delle civiltà che ci hanno preceduto, osservatori privilegiati sul nostro fragile ecosistema. Spazi aperti alla diversità, favoriscono l’inclusione sociale e migliorano il benessere dell’individuo, contribuendo a formare comunità.

[Museo di Geografia dell’Università di Padova]

A 120 anni dalla pubblicazione di uno dei libri più innovativi che l’umanità potesse avere all’inizio del secolo scorso, celebriamo “La Geografia della Vita Umana” proprio il 15 ottobre, giorno della sua uscita nel 1903. E cogliamo l’occasione di annunciare la prossima pubblicazione italiana della prima opera letteraria di Tsunesaburō  Makiguchi, uomo che ha percorso una vita ricca di eventi e di passaggi storici. Nato il 6 giugno 1871 nei pressi della spiaggia di Arahama in Giappone. È stato un geografo lungimirante, teorico dell’educazione e riformatore religioso per aver abbracciato l’insegnamento di Nichiren Daiskonin e averlo propagato da laico. Nel 1930 fondò il movimento Soka Kyoiku Gakkai insieme al giovane Josei Toda.

Makiguchi ha vissuto e lavorato, come maestro e direttore di scuola primaria, durante i tumultuosi primi decenni dell’era moderna del Giappone. La sua opposizione al militarismo e al non volersi omologare alla religione di Stato lo portò alla prigionia e poi alla morte il 18 novembre 1944 durante la Seconda guerra mondiale. Ha respinto i tentativi delle autorità di sovvertire l’essenza degli insegnamenti buddisti, insistendo sul fatto che la religione esiste sempre per servire i bisogni umani e non per piegare le persone al volere del potere.

È proprio durante i suoi anni di formazione giovanili decise di diventare insegnante. Studiò alla Hokkaido Normal School (1889-93) e fu influenzato dalle letture di autori occidentali e alle loro ultime teorie educative. La sua ricerca analizzava i sistemi educativi all’avanguardia che enfatizzavano le fasi psicologiche e di sviluppo della vita dei bambini e l’importanza di integrarne la comprensione nel processo educativo. È facile immaginare che il giovane Makiguchi fosse profondamente frustrato dal divario tra le teorie educative lungimiranti a cui era stato esposto e la routine altamente rigida dell’istruzione scolastica elementare di fine Ottocento.

Dopo essersi diplomato come insegnante di scuola elementare, Makiguchi insegnò per alcuni anni a Sapporo e fu anche un membro attivo delle associazioni di insegnanti locali, ma nel 1901 lasciò Hokkaido per Tokyo. Il fascino per mondi lontani e sconosciuti, il legame delle persone con la terra di origine e l’influenza del territorio, furono il punto di partenza degli studi di Makiguchi.

Arrivò nella capitale con moglie e figli, era interessato all’insegnamento della geografia come mezzo per fornire agli studenti una comprensione dinamica e critica del mondo. Il suo interesse è sempre stato quello di guidare gli studenti verso una sicura comprensione dei principi alla base delle relazioni tra le caratteristiche geografiche e le attività umane. Questo progetto generale, affiancato alla ricerca di principi universali, si sarebbe evoluto e sviluppato in varie forme nel corso della sua vita. 

Nel 1903, all’età di 32 anni, pubblicò la sua prima opera importante, Jinsei Chirigaru (La geografia della vita umana), testo ancora di grandissima attualità, in cui vede nella geografia non una disciplina a sé stante, ma il luogo di intersezione di tutte le altre discipline e il contesto in cui sviluppare tutte le competenze necessarie per la vita poiché è la materia che spiega la relazione dell’uomo con tutti gli altri aspetti della vita.

Scrive Makiguchi: «la relazione persona-pianeta riguarda tutto quello che facciamo e tutti gli aspetti della nostra esperienza» e individua i problemi maggiori dell’uomo proprio nella carenza di questa relazione.  

Lo sviluppo del potenziale individuale che diviene azione sociale promosso da Makiguchi sembra riecheggiare, 120 anni più tardi. Poiché Makiguchi aveva solo un semplice titolo di insegnante e non frequentò l’università, la carriera accademica gli fu preclusa.

Eppure, Makiguchi non si arrese e decise di non scrivere un semplice manuale di geografia, bensì seppe riconoscere a questa disciplina la capacità di fungere da punto di intersezione di tutte le materie del ciclo scolastico elementare.

Dopo vari tentativi di composizione del testo cercò di elaborare una sua idea in base al rifiuto dell’approccio prevalente allo studio della geografia, che era basato sulla memorizzazione meccanica di fatti e nomi di luoghi, sostenendo invece un approccio sistematizzato e razionale basato sul rapporto della natura e della società con la vita umana, quella che Makiguchi chiamava “competizione umanitaria”, una reciproca ricerca dell’eccellenza.

Le opere di Makiguchi criticano la violenza e l’oppressione dell’imperialismo e si opponeva al diktat del documento ufficiale “L’imperial Rescript on Education”[1], emanato a nome dell’imperatore giapponese nel 1889. Il documento sottolineava una moralità più tradizionale. In particolare, veniva memorizzato dagli studenti e recitato con religiosa riverenza nelle occasioni importanti. Il governo del tempo cercava di inculcare un senso di assoluta fedeltà all’imperatore e la disponibilità a sacrificare tutto allo Stato.

Nel 1894, il Giappone entrò in guerra con la Cina della dinastia Qing (1644-1911) per interessi concorrenti della penisola coreana. Il Giappone ha prevalso militarmente ma poi è stato impedito dall’intervento diplomatico di Russia, Francia e Germania di ottenere l’intera misura delle concessioni territoriali estorte alla Cina. Il conseguente senso di umiliazione nazionale ha contribuito a un diffuso allontanamento dalle idee occidentali in campo politico, culturale e di altro tipo.

L’opera, pubblicata nel 1903, ottenne un grande successo editoriale. Il libro fu accolto molto bene dalla critica. Alcuni studiosi lo vedono come una pietra miliare nello sviluppo della geografia giapponese. 

Suketoshi Tanabe, un influente ricercatore sociale, definì il libro la prima “geografia dell’umanità” ad essere diffusa in Giappone. Anche il Ministero dell’Istruzione giapponese riconosce il libro di Makiguchi e diventa un materiale di studio di riferimento per gli studenti di geografia che si preparano per l’esame da insegnante.
È stato considerato, per molto tempo, uno dei testi fondamentali per la preparazione all’esame di abilitazione all’insegnamento.

Makiguchi fu uno dei primi sostenitori sugli studi di comunità e curò diverse riviste educative, fu anche uno dei primi geografi impegnato in scambi culturali con eminenti ricercatori coinvolti nello sviluppo dello studio di comunità locali e delle tradizioni popolari locali.  Promosse corsi per corrispondenza per giovani donne a cui era negata l’opportunità di un’istruzione formale. Ricoprì diversi incarichi e curò i testi scolastici di geografia e ha sviluppato altri libri di testo per conto del ministero dell’Educazione. Lavorò costantemente come direttore presso alcune scuole nelle zone più povere di Tokyo e insegnò in una scuola per studenti stranieri. In qualità di educatore, Makiguchi si dedicava alla felicità dei bambini e lavorava assiduamente per garantire pari opportunità a coloro che erano economicamente svantaggiati.  

Nel 1910 fu coinvolto nella creazione di un gruppo per gli studi di quartiere (kyodoka), di cui sistematizzò la metodologia in modo pedagogico e didattico e accettò un impiego presso il Ministero dell’Educazione per una ricerca sulla cultura delle comunità locali del Giappone.
Nel 1912 si focalizzò sulla ricerca relativa a “Gli studi di quartiere come focus integrante della pedagogia scolastica” (kyoju no togo chushin toshite no kyodoka kenshu). Nel 1913 tornò all’insegnamento nella scuola di Tosei dove rimase per circa 15 anni alternando l’attività di maestro a quella di preside, esperienza importante per la stesura della sua opera più significativa: “Soka kyokugaku taikei” (Il sistema pedagogico della creazione di valore).

Per Makiguchi, la comunità locale era sia il luogo delle attività della vita quotidiana sia un punto di osservazione da cui osservare il mondo intero. Credeva che, con un’attenta osservazione, fosse possibile per gli studenti discernere all’interno della comunità locale aspetti ed elementi cruciali della società nazionale e persino internazionale.

Le condizioni delle vaste distese del cielo e della terra sono ampiamente rivelate anche nel più piccolo appezzamento di terreno. Così è possibile cogliere a grandi linee i grandi e complessi fenomeni della geografia delle nazioni del mondo attraverso gli esempi trovati in un piccolo e isolato villaggio o città. Se prima comprendiamo chiaramente la geografia della comunità locale, i fenomeni di una singola città o villaggio, possiamo facilmente comprendere la geografia di tutte le nazioni. Così l’ordine proprio della ricerca in geografia è anzitutto quello di osservare scrupolosamente la comunità locale e da questa derivare e fissare i principi da applicare ai fenomeni geografici in genere.

Nel suo sentire, la geografia si occupa principalmente delle relazioni complesse tra il territorio e gli individui che lo abitano. La relazione fra gli esseri umani e la terra è molto complessa, ma non è qualcosa di distante dalla vita quotidiana. Più esattamente la relazione persona-pianeta è inserita in tutto quello che facciamo e riguarda tutti gli aspetti della nostra esperienza.

Makiguchi affermò: «Uno dei peggiori difetti della società moderna è la mancanza di uno scopo. Per cosa vivono gli esseri umani? Quale direzione possono prendere? Proprio in ciò risiede la causa fondamentale del disorientamento e del malessere che turbano la società». E disse anche: «È essenziale cercare a fondo se esiste o meno uno scopo supremo in grado di integrare tutte le sfere dell’attività umana, dalla politica all’economia, all’educazione, alla cultura. Un simile obiettivo supremo può essere in grado di far fiorire una salda disciplina per la propria esistenza, diversamente dalle mere teorie come l’idea di un paradiso ultraterreno allontana l’essere umano dalla concretezza. Dunque, raggiungere gli scopi essenziali e dimostrarne i risultati concreti nella nostra vita, in maniera inconfutabile e continuativa, è l’essenza vera che permette a tutta l’umanità di vivere un’esistenza degna e felice».

Nei tempi moderni i maggiori problemi sorgono dalle azioni umane, perché siamo negligenti nel comprendere l’interrelazione tra noi Umani e l’ambiente che ci circonda. Ammettendo la complessità, possiamo riuscire a capire la nostra relazione col pianeta, portandola ad una più attenta consapevolezza.

Una delle idee centrali del libro “La Geografia della Vita Umana” è che gli studenti dovrebbero attingere all’immediato, ai fatti del proprio territorio alla portata di mano, comprendendo il modo in cui le caratteristiche territoriali interagiscono e influenzano le attività umane e come le comunità locali operano e incidono nell’ambiente. Successivamente lo studio della Geografia può servire per imparare ad espandere il proprio campo di studio e abbracciare l’intera impresa umana nella vastità della Vita terrestre.

I principi e gli aspetti salienti del pensiero pedagogico di Makiguchi saranno sviluppati in seguito nella sua Teoria del Valore mettendo sempre al centro la felicità dell’individuo sia nel libro “La Geografia della Vita Umana” che nell’opera, costituita da più volumi, “Il Sistema Pedagogico per la Creazione di Valore”.

Tra il 1913 e il 1932 che Makiguchi perfezionò le sue teorie educative in forma pratica e il suo approccio e le sue idee pedagogiche progressiste lo portarono sempre più apertamente in conflitto con i politici locali e interessi acquisiti, per cui fu più volte trasferito in altre scuole. Tuttavia, le scuole di cui era preside, in particolare la Shirokane Elementary School, divennero famose per l’alta qualità dell’esperienza educativa che offrivano e le autorità riconoscevano il suo indiscusso valore tanto come insegnante che come direttore.

La grande ricerca che fece Makiguchi nei primi anni del ‘900 e l’impulso che diede a tantissimi giovani giapponesi ci ha stimolato a ricercare la sua prima opera e di annunciare l’uscita nel 2024 della versione italiana del libro “La Geografia della Vita Umana”.

L’intento è di attualizzare le sue teorie umanistiche di Makiguchi e confrontarle con geografi contemporanei in una chiave di lettura utile a insegnanti e cittadini che desiderano comprendere le sfide che ci attendono.

La Geografia della Vita Umana” è stata ristampata numerose volte e la versione inglese, “The Geography of Human Life” è stata tradotta e pubblicata nel 2002 da Dayle Berthel e Katsusuke Hori[2]. Libro composto da 30 capitoli suddivisi in tre parti principali:

1) la terra come base per la vita umana
2) la natura come tramite tra l’uomo e la terra
3) il fenomeno della vita umana sulla terra.

E ci piace concludere questo articolo con una frase tratta dall’appendice della versione inglese:

Makiguchi credeva chiaramente che fosse meglio che le persone iniziassero il loro viaggio per comprendere la geografia nelle proprie comunità locali. Sosteneva in modo convincente che la famiglia, gli amici, i vicini e i gruppi della comunità ci danno il potere di trarre ispirazione dal mondo naturale. È nella corrente principale del pensiero geografico, alle due fine del secolo, insistere sull’importanza essenziale dell’osservazione diretta. Mentre i libri forniscono uno o due momenti geografici congelati, l’osservazione diretta sul campo e la raccolta di dati incarnano la migliore tradizione geografica, indipendentemente da quale parte del mondo sia praticata. È un luogo comune che ottimi insegnanti di geografia esortino i propri studenti ad abbandonare la poltrona per l’emozione di una vera esperienza sul campo. Da quelle osservazioni dirette provengono le intuizioni che illuminano la rete di relazioni tra persone e luoghi”.

E da questa versione inglese vogliamo ispirarci per presentare la nuova pubblicazione italiana e per onorare il meraviglioso lavoro del Maestro Tsunesaburō Makiguchi.


[1] vedi il suo contenuto qui Imperial Rescript on Education sul sito ufficiale http://www.tmakiguchi.org

[2] Le opere complete di Tsunesaburō  Makiguchi sono raccolte in 10 volumi: Daisan Bunmeisha, Tokyo 1981-1996 di cui ilvol. 1: Jinsei Chirigaku (1) – Human Geograpy del 1983 e poivol. 2 del 1996. La pubblicazione originale, Tokyo 1903.

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